Andare in pensione con 20 anni di contributi: ecco cosa devi fare

La pensione è uno degli obiettivi principali di ogni lavoratore e raggiungerla può oggi sembrare molto complicato, specialmente quando gli anni di contributo accumulati sono pochi. Diverse persone, poi, si domandano se è possibile ritirarsi con soltanto 20 anni alle spalle di contributi versati ed eventualmente come sia fattibile. La risposta a questo quesito, anche se può sembrare strano, è affermativa.

Esistono alcune possibilità e le regole per poterle applicare dipendono da età, situazione lavorativa e specifiche condizioni previdenziali. In questo articolo, dunque, vedremo come e cosa bisognerà fare per poter andare in pensione con 20 anni di contributi, quali sono i requisiti necessari da rispettare e le opzioni previste dalla normativa italiana in merito.

Le pensioni con 20 anni di contributi

Il modo più “semplice”, per così dire, per andare in pensione con 20 anni di contributi è la pensione di vecchiaia. Fondamentalmente, sarà necessario aver compiuto 67 anni di età, come stabilito dalla legge Fornero; tuttavia, risulta indispensabile aver versato contributi sufficienti nel sistema previdenziale obbligatorio e l’importo ottenuto al momento del ritiro sarà strettamente legato a quest’ultimo.

L’importo ricevuto, infatti, potrebbe essere molto basso, tuttavia esistono alcuni strumenti, come il riscatto di contributi o il sistema di calcolo contributivo, che permettono di integrare il reddito previdenziale. Esistono poi forme di pensione anticipata per determinate categorie di lavoratori come per chi ha cominciato a lavorare prima del 1996 e rientra nel sistema misto o per chi soffre di invalidità superiore al 74%.

I requisiti e gli strumenti essenziali

I principali requisiti chiave per accedere alla pensione con 20 anni di contributi sono, quindi, l’età (aver compiuto almeno 67 anni di età) e l’aver versato contributi sufficienti nel sistema previdenziale, rientrare in una categoria di lavoratori particolari (invalidità, lavori gravosi o usuranti) e non avere un reddito previdenziale troppo basso che può impedire l’accesso alla pensione. Esistono poi degli strumenti che è possibile sfruttare a proprio vantaggio:

  • riscatto della laurea
  • contributi volontari
  • riscatto periodi non lavorativi
  • fondi pensione integrativi
  • cumulo dei contributi

Qualora doveste essere vicini ai 20 anni e vi mancasse poco potreste pensare di riscattare gli anni di laurea; si tratta di un procedimento costoso ma che vi permetter di trasformare tali anni in contributi prevideniali che si andranno a sommare a quelli già versati. Potete anche versare autonomamente dei contributi extra per colmare i periodi di lavoro non coperti.

Risulta possibile, in tal senso, anche riscattare i periodi di tempo non lavorativi, periodi in cui avete avuto interruzioni dal lavoro (maternità o disoccupazione, ad esempio). Per aumentera l’importo della pensione finale, poi, potreste vagliare dei fondi pensione integrativi, privati, da integrare a quella pubblica che vi spetterà o fare un cumulo dei contributi (sommare i contributi versati in più gestioni previdenziali differenti).

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