Le macchine da cucire vintage oggi non sono solo l’espressione di un tempo in cui la loro invenzione ha rappresentato un vero e proprio cambiamento nel senso del miglioramento della lavorazione dei tessuti. Un miglioramento che tuttavia ha toccato diversi settori della vita di tutti i giorni a cominciare dalla rivoluzione nel settore moda ma anche riguardo le condizioni di vita e di lavoro delle donne, uniche e sole lavoratrici degli abiti del passato.
La storia delle macchine da cucire è quindi lunga e piuttosto complessa, che assume un fascino di grande impatto per quanti cercano di ricostruirne ogni passaggio, fino ai giorni d’oggi. Vediamo di ricostruirne tutto quello che c’è da sapere e valutiamo anche il valore di alcuni di questi pezzi vintage.
La macchina da cucire vintage: quanto nasce?
Le prime macchine da cucire sono apparse nel XIX secolo e hanno rivoluzionato il modo di cucire, rendendo il processo più veloce ed efficiente. Tra i più iconici fautori di questo cambiamento, troviamo Singer, Pfaff, Necchi e Bernina, che hanno segnato senza alcun dubbio l’evoluzione dell’industria tessile. Oggi, questi strumenti, specie quelli prodotti tra nell’Ottocento o agli inizi del Novecento, sono considerati dei veri e propri cimeli.
Il fascino di questi esemplari deriva dalla loro particolare funzionalità, essendo piuttosto rudimentale e manuale; a questo si unisce poi anche il design, poiché alcune di queste erano decorate con dettagli affascinanti rendendole anche oggetti di arredo. Inoltre, è chiaro che rappresentano un legame con il passato e con la cultura in cui la sartoria aveva un ruolo centrale nella vita quotidiana.
Ecco la valutazione delle vecchie macchine da cucire
Le macchine da cucire di marchi famosi sono sicuramente quelle che hanno il valore più alto, specie se si tratta di macchine prodotte in edizione limitata o se sono i prototipi che danno iniziano alla successiva produzione. Inoltre, se la macchina da cucire è ancora funzionante, il valore cresce ancora più ulteriormente; ecco di seguito alcuni pezzi:
- Singer modello 66: prodotta all’inizio del XX secolo, ha un valore superiore ai 500 euro
- Necchi a pedale: sono simboli di qualità e design e hanno un valore che va da 200 a 600 euro
- Bernina Record 730: è la più ricercata per precisione e robustezza e risale agli anni ’60; il suo valore è intorno ai 1.000 euro
Se hai intenzione di vendere (o anche di acquistare) una vecchia macchina da cucire, il nostro consiglio è di farla valutare a un intenditore di questo settore, meglio se un antiquario, che saprà sicuramente indicarti il migliore investimento in tal senso. Puoi decidere di venderla online, alle case d’asta oppure in un negozio di collezionismo e dell’usato.
Ma nel caso la tua intenzione sia quella di conoscere il valore della tua vecchia macchina da cucire tenendola ben riposta dentro casa, per preservarne il valore è essenziale mantenere il suo buono stato, con una pulizia regolare, la lubrificazione degli ingranaggi e delle varie parti sopratutto se la macchina è ancora funzionante, e tenendola al riparo da luce del sole e lontana dall’umidità.