Gli oleandri sono i veri e propri “principi” di giardini e serre, elementi vegetrali molto amati per la loro duttilità e resistenza ma anche per la loro bellezza effettiva che può scaturire una serie di interventi estetici molto interesanti e restituire un bel colpo d’occhio. Gli oleandri possono crescere in molti tipi di terreno e condizioni differenti, ma quando piantarli?
Come per altri alberi e piante simili anche gli oleandri infatti iniziano a germinare e svilupparsi in alcune condizioni particolari, nello specifico quando sono manifestate alcune tipologie di temperature e specifiche necessità. Nella sua forma principale l’oleandro si manifesta come un arbusto piuttosto resistente ed in grado di crescere con rapidità se coltivato nel periodo giusto.
Il fiore dell’estate
Il periodo migliore per la coltivazione e per piantare questa specie è mediamente radicata intorno al periodo di clima mite, in un senso o nell’altro, mediamente dalla fine dell’estate fino alla primavera, essendo una specie che pur avendo origini asiatiche , è oramai completamente adattata al clima anche mediterraneo, in natura si trova ad altitudini non elevate, spesso vicino alle coste.
Può essere naturalmente coltivato anche in vaso, non richiede un terriccio particolare, tuttavia in tutti i casi, inclusa la coltivazione in vaso durante la primavera fino alla fine dell’estate la pianta dovrebbe ricevere ogni 30 – 40 giorni un particolare tipo di concime specifico per piante da fiori arbustive. E’ una specie che privilegia il contesto illuminato, quindi attenzione all’inverno.
Cure
Se si trova in vaso, è opportuno collocarla presso sezioni esterne non battute dal vento e se la temperatura si avvicina ai 5-6 gradi centigradi ambientali, conviene spostarla al chiuso, possibilmente nei pressi di una fonte di luce solare, anche attraverso finestre o balconi. Non ama i climi troppo estremi o secchi quindi meglio non tenerlo accanto a fonti di riscaldamento.
- Ogni 2-3 anni gli oleandri in vaso vanno spostati in un vaso circa il 20 – 25 % più grande di quello precedente, mantenendo però buon parte del terriccio originale
- Dopo la fioritura, generalmente dalla fine di ottobre, possiamo potare leggermente la pianta così da evitare di incappare in malattie e parassiti
Basta eliminare soprattutto le ramificazioni oramai divenute secche e senza possibilità di sviluppare nuovi fiori. Anche i rami oramai troppo legnosi possono necessitare di una opportna cimatura, non troppo radicata (meglio non tagliare oltre 1/3 del ramo, impiegando sempre delle cesoie molto robuste o forbici adatte, praticando un taglio preciso e netto di natura obliqua.
Per il resto l’oleandro è una pianta che rasenta l’autosufficienza come necessità, ha bisogno naturalmente di acqua ma solo nei periodi davvero secchi bisogna aumentare un po’ la quantità di irrigazione: come altre piante, soprattutto quelle in vaso, tende a soffrire parecchio l’umidità eccessiva che causa in marciume delle radici, per cui conviene fare attenzione.